Joel McHale non ha mai avuto problemi a dire le cose come stanno. E ora, a 53 anni, il comico americano ha deciso di parlare apertamente del suo percorso per mantenere una chioma folta e curata. Ospite del podcast We Might Be Drunk, McHale ha svelato tutti i dettagli sui suoi trapianti di capelli e ha condiviso alcuni consigli anche sulla chirurgia estetica.

“Sì, sono completamente calvo. Questa è il risultato di quattro trapianti”, ha detto con franchezza McHale.

L’attore di Community ha spiegato che il primo intervento l’ha fatto anni fa, quando la tecnica principale era quella a “striscia” (in inglese strip), ovvero il Follicular Unit Transplantation. Questa tecnica prevede la rimozione chirurgica di una striscia di cuoio capelluto per poi trapiantarla nelle aree colpite dalla calvizie.

“L’ho fatto quando ancora si usava il metodo a striscia, ed è stato... doloroso,” ha ammesso McHale.

Oggi, però, il comico consiglia vivamente un’altra tecnica: il Follicular Unit Extraction (FUE), comunemente chiamato “plucking”, che prevede l’estrazione di singoli follicoli piliferi da una zona donatrice per poi impiantarli nelle zone desiderate.

“Non fate la striscia,” ha detto McHale. “Fate il plucking, è un miracolo. È fantastico, fatelo adesso.”

Ha poi ringraziato pubblicamente il suo medico, il dottor Parsa Mohebi, e ha rivelato di aver speso circa 10.000 dollari per la procedura.

Il comico ha anche voluto dare un avvertimento a chi sta pensando di fare un trapianto, soprattutto all’estero, dove i costi possono essere molto più bassi.

“Posso darvi il nome di un tipo in Turchia,” ha detto McHale, parlando di una delle mete più popolari per questo tipo di operazioni. “Ma assicuratevi che sia qualificato. Se qualcuno vi dice ‘Lo faccio per 3.000 dollari’, allora non fatelo. Ottieni quello per cui paghi.”

Non è la prima volta che McHale parla della sua esperienza. In un altro podcast, 2 Bears, 1 Cave con Burt Kreischer, ha scherzato sul vero motivo per cui ha deciso di ricorrere ai trapianti:

“La mia testa non ha una bella forma,” ha detto ridendo. “Finisce a punta, come se qualcuno tirasse un lenzuolo.”

Negli ultimi anni, sempre più celebrità hanno scelto di essere trasparenti riguardo agli interventi estetici. Amy Schumer e Kylie Jenner, ad esempio, hanno ricevuto elogi per la loro sincerità. Jenner, che per anni aveva negato qualsiasi intervento, ha recentemente ammesso di aver fatto un aumento del seno, condividendo apertamente i dettagli.

Anche Joel McHale, con la sua consueta ironia e onestà, si unisce a questa nuova generazione di star che non hanno paura di mostrare cosa c’è dietro le luci della ribalta.

Bryan Johnson dimostra la Rapamicina

Johnson aveva iniziato a sperimentare con la rapamicina cinque anni fa, ispirato da uno studio del 2009 che aveva dimostrato un aumento della durata della vita nei topi fino al 14%. Un ulteriore incoraggiamento era arrivato da una ricerca del 2023 su esseri umani, in cui il 65% dei partecipanti aveva dichiarato di sentirsi in miglior salute durante l’assunzione del farmaco. Forte di questi dati, Johnson aveva calibrato con attenzione il dosaggio per massimizzare i benefici e ridurre i rischi.

Tuttavia, col passare del tempo, sono emersi effetti collaterali preoccupanti: ulcere alla bocca, rallentamento nella guarigione delle ferite, colesterolo alto e picchi glicemici. Il segnale d’allarme più grave, secondo Johnson, è stato l’aumento persistente della frequenza cardiaca a riposo — un parametro che lui ritiene essenziale per valutare la qualità del recupero e del sonno.

Il colpo di grazia alla fiducia di Johnson nella rapamicina è arrivato con una recente ricerca dell’Università di Yale. Lo studio ha messo in discussione la narrazione positiva che circonda il farmaco, suggerendo che possa addirittura accelerare l’invecchiamento biologico. I ricercatori hanno identificato 16 effetti negativi su marcatori epigenetici — indicatori biologici legati all’età — sollevando seri dubbi sull’uso a lungo termine della rapamicina come terapia anti-età.

Per Bryan Johnson, questo rappresenta un brusco risveglio. Quello che una volta era un pilastro della sua strategia di ottimizzazione della salute, si è rivelato potenzialmente dannoso. In un video su YouTube, ha condiviso la notizia con una nota di autoironia: "A chi sta ridendo da casa, sappiate che sto ridendo con voi", ha dichiarato senza perdere il sorriso.

Nonostante la delusione, Johnson non considera questo un fallimento, ma piuttosto una fase di ricalibrazione. "Questo non è la fine — è un reset", ha detto. "È importante condividere sia i successi che gli insuccessi. È così che si fa progresso."

La vicenda di Bryan Johnson evidenzia quanto sia complesso e incerto il cammino verso la longevità. Anche per chi dispone di risorse illimitate, il processo di sperimentazione resta soggetto a rischi, correzioni di rotta e nuove scoperte scientifiche.

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 L’attrice americana Amber Tamblyn, nota per i suoi ruoli in “Joan of Arcadia” e “The Sisterhood of the Traveling Pants”, ha recentemente condiviso una storia molto personale in un saggio pubblicato sul New York Times: la sua decisione di sottoporsi ad un intervento di otoplastica — noto anche come correzione delle orecchie a sventola — quando aveva solo 12 anni.

Amber Tamblyn

“Da bambina, avevo le orecchie che spuntavano come grandi ali di farfalla,” scrive Tamblyn. “Alcuni bambini a scuola mi prendevano in giro, e spesso mi guardavo allo specchio desiderando che le mie orecchie si appiattissero contro la testa.”

Dopo aver ottenuto il suo primo ruolo importante in televisione, sentì la pressione di apparire perfetta davanti agli occhi di milioni di spettatori. Nonostante il suo spirito ribelle e femminista, decise di ricorrere alla chirurgia estetica come forma di difesa: “Andare sotto i ferri è stato come scegliere un’arma con cui difendermi dalla mia stessa insicurezza.”

Amber Tamblyn sottolinea che la sua scelta non è stata dettata da superficialità, ma da un desiderio profondo di adattamento, di protezione, e in un certo senso, di amore per se stessa. La sua riflessione arriva dopo aver visto il film “The Substance”, in cui il tema dell’invecchiamento e della trasformazione fisica viene portato all’estremo.

La sua testimonianza è un invito a riflettere sul modo in cui la società ci insegna fin da piccoli a conformarci a certi standard estetici. “Non dico che la chirurgia estetica sia sbagliata,” conclude l’attrice, “anzi, può essere una forma di autodeterminazione e amore per sé. Ma dovremmo anche imparare ad accettare le imperfezioni, a ogni età.”

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La storia di Amber Tamblyn ci ricorda quanto ogni scelta estetica possa avere un significato profondo e personale. Ed è proprio per questo che Turismo Medico Albania è qui per guidarti con sensibilità, esperienza e aggiornamenti costanti su ogni novità nel mondo della chirurgia estetica.

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